Nell’istituto Casa Madre Teresa, in provincia di Padova, si è svolto un progetto sperimentale che ha dimostrato come le piante siano un valido alleato nella lotta contro le demenze.
C'è Maria, 78 anni, che scava con una paletta nel terriccio per mettere i semi a riposare. E Giovanni che, poco distante, si occupa di annaffiare il rosmarino e il timo appena spuntati. E ancora Luigi, che passeggia lungo il viale inebriato dal profumo intenso delle rose. Sono alcuni degli ospiti della Casa Madre Teresa di Calcutta a Sarmeola di Rubano, nei pressi di Padova, centro polifunzionale che ha aperto i battenti nel 2005. Qui si è svolto il progetto Verde e benessere nell'Alzheimer (Verbena), ideato dalla cooperativa sociale Giotto, in collaborazione con il dipartimento di Psicologia generale e il dipartimento Territorio e sistemi agro-forestali dell'Università patavina. Scopo dell'iniziativa quello di dimostrare che i cosiddetti giardini terapeutici apportano benefici a chi soffre di varie forme di demenza.
La ricerca sul campo
I ricercatori hanno coinvolto nello studio 24 pazienti, di cui 16 con compromissione lieve o moderata e otto con compromissione grave, e li hanno divisi in due gruppi: uno si è dedicato alla coltivazione dell'orto per un totale di 12 sessioni di 40 minuti l'una due volte a settimana, l'altro alle tradizionali attività proposte (per esempio ginnastica dolce, musicoterapia, visione di film e documentari).
Ebbene, al termine del percorso, dopo vari test e numerose analisi, è emerso che i partecipanti del primo gruppo presentavano meno disturbi del comportamento e dell'umore rispetto a quelli del secondo. Inoltre, i loro familiari riportavano meno stress rispetto ai congiunti degli altri pazienti. Nel caso di assistiti con demenza lieve o moderata, è stato riscontrato anche un miglioramento del funzionamento cognitivo e della qualità della vita.
Risultati confermati dagli educatori, come Lorella Colcone, operatrice socio-sanitaria nella Casa: "I nostri ospiti raccolgono le piante aromatiche, puliscono e riordinano i vialetti, ammirano il colore dei fiori. Tutto ciò li tranquillizza, rendendoli meno inquieti e agitati". Andrea Melendugno, responsabile del Servizio di Psicologia della struttura, aggiunge: "Il contatto con la natura ha effetti rigenerativi, a livello sia emotivo, sia cognitivo. Perciò i pazienti che fruiscono di questi giardini tendono a ricordare più facilmente gli eventi del passato e a riconoscere di più le persone. Tendono, inoltre, a socializzare maggiormente, ma soprattutto a essere meno depressi, ansiosi o aggressivi. Grazie a queste evidenze, ci possiamo porre l'obiettivo di ridurre l'uso dei farmaci, limitandoli ai casi in cui sono davvero necessari".
Linee guida per realizzare lo spazio verde
Esiti promettenti, che hanno consentito di tracciare le linee guida raccolte nel vademecum Curarsi con il verde. Il volume racchiude tutte le indicazioni operative per realizzare i giardini da utilizzare in terapia. "Per esprimere il massimo potenziale, questi spazi devono contenere piante robuste e resistenti, possibilmente autoctone, in grado di sollecitare la multisensorialità dei pazienti, attraverso stimoli visivi, uditivi, olfattivi, tattili", spiega Melendugno. "Ne abbiamo selezionate in totale 138, tra cui si annoverano, per esempio, alloro, corbezzolo, camelia, lillà, ibisco, passiflora, leccio, ciliegio, sambuco, gelso, ortensie e molte altre". Attenzione, però: come sottolinea l'esperto, "è importante che i giardini siano progettati in modo da garantire la sicurezza di persone con limitazioni motorie, che devono comunque essere sempre accompagnate da operatori competenti e qualificati". Utile anche la presenza di panchine, portici, aree di sosta e di ritrovo.
Il modello messo a punto nella città di Sant'Antonio, che potrà essere esteso a livello sia regionale, sia nazionale, è stato premiato in Italia da Innovation Lab e ha conquistato il terzo posto all'Urban Innovation and Entrepreneurship Competition del 2021 a Sydney, in Australia, una competizione che valuta e premia le startup più innovative.
Fonte della notizia: www.repubblica.it